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I vincitori ex equo della call 2019

Olmo Amato

 

L’idea di “Rinascite” è nata da un viaggio in Nord Europa, fatto nell’estate del 2013 per allontanarmi dal caos e dalla frenesia metropolitana. Per giorni mi sono trovato a percorrere luoghi incontaminati col sole sempre all’orizzonte e, man mano che procedevo verso nord, le tracce dell’uomo svanivano e la percezione del tempo cambiava. All’inizio non avevo un’idea chiara del progetto: mi lasciavo guidare da quegli ambienti e cullare dalla sensazione di un mondo sospeso. Ho iniziato così a raccogliere fotografie di paesaggi fatte durante i miei viaggi in Italia ed Europa. La cosa strana era che durante lo scatto, ma anche riguardando le foto in seguito, avevo sempre la sensazione che le mie immagini fossero incomplete.

Sentivo che i paesaggi che fotografavo mi nascondevano qualcosa, era come se quei luoghi chiedessero una sorta di presenza umana che, per qualche ragione, mi era stata impossibile fotografare in quel momento.

Dopo aver scoperto gli archivi fotografici storici del Library of Congress, affascinato da quelle immagini cristallizzate nel tempo, decisi di realizzare una serie di fotomontaggi provando a inserire digitalmente figure provenienti dal passato. Del tutto inaspettatamente, mi sono ritrovato a riportare in vita persone del secolo scorso come potrebbe fare una macchina del tempo. In questa dimensione altra, i luoghi hanno però conferito a quelle persone una nuova vita, diversa da quella precedente.

In Rinascite, la natura misteriosa di paesaggi mi stimolato a creare una sorta di bolla virtuale dove il digitale e l’analogico si potessero fondere, dove il passato e il presente si mescolassero senza svelare storie e pensieri di quella gente. Quei personaggi vissuti in un tempo lontano, senza nemmeno chiedersi il perché, si ritrovano così a vagare un un limbo eterno, unici testimoni del mistero celato da quei luoghi.

orso come potrebbe fare una macchina del tempo. In questa dimensione altra, i luoghi hanno però conferito a quelle persone una nuova vita, diversa da quella precedente.

In Rinascite, la natura misteriosa di paesaggi mi stimolato a creare una sorta di bolla virtuale dove il digitale e l’analogico si potessero fondere, dove il passato e il presente si mescolassero senza svelare storie e pensieri di quella gente. Quei personaggi vissuti in un tempo lontano, senza nemmeno chiedersi il perché, si ritrovano così a vagare un un limbo eterno, unici testimoni del mistero celato da quei luoghi.

Biografia

Olmo Amato si laurea in neurobiologia all’Università La Sapienza di Roma. Parallelamente agli studi universitari, si dedica alla fotografia e alla sperimentazione di tecniche di manipolazione digitale. Fotografo e filmmaker, si occupa di stampa fine art, post-produzione e didattica. Dal 2010 a oggi ha realizzato diversi progetti fotografici personali, nei suoi lavori, prevalentemente in bianco e nero, integra foto d’epoca a scatti da lui stesso realizzati durante suoi viaggi. I suoi lavori fotografici sono selezionati ed esposti in festival, gallerie e fiere d’arte contemporanea. Vincitore del premio Setup 2018 come miglior artista under 35, del Premio MalamegiLab 2018 e del premio fotografico Tiziano Campolmi 2019.

Nel 2015, insieme a Samuele Sestieri, ha scritto e diretto il film “I Racconti dell’Orso”, selezionato in concorso al 33° Torino Film Festival al Rotterdam International Film Festival 2016 e numerosi altri festival italiani ed internazionali.

Eva Krampen Kosloski

Sorelle

Mia madre Paola e mia zia Lorenza sono sorelle gemelle. Ho voluto conoscere meglio la storia della loro vita e visitare i luoghi dove avevano trascorso l’infanzia e l’adolescenza .

Orfane di madre, morta durante il parto, furono adottate dagli zii Nina e Robert Einstein, il cugino di Albert Einstein.

Le gemelle hanno abitato con Nina, Robert e le loro due figlie Luce e Ciccì (Annamaria) a Montemalbe, vicino a Perugia e dopo alla villa del Focardo vicino a Firenze.

Per incoraggiare il loro talento artistico, gli zii diedero alle sorelle una piccola stanza vicino alla villa, dove potevano esprimersi liberamente. Dopo più di settanta anni alcune delle pitture murali realizzate dalle bambine quando avevano dodici anni, sono ancora visibili.

Verso la metà di luglio del ’44 alcuni soldati del reparto Göring vennero a cercare Robert presso la

sua abitazione. Essendo ebreo, per sfuggire alla persecuzione, lasciò il Focardo per nascondersi nei boschi.

I soldati tornarono il 3 agosto e rinchiusero le donne in una stanza della villa. Nina, Ciccì e Luce, che portavano il cognome Einstein, furono separate dal gruppo. Dopo un processo farsa, furono accusate di essere spie degli alleati e fucilate. I soldati cacciarono via le gemelle e altri parenti, incendiarono la villa e partirono. Di loro si persero per sempre le tracce, non furono mai identificati né condannati.

Robert a causa di quel terribile evento si tolse la vita.

Dopo la guerra, le gemelle si sono dedicate alla pittura, al cinema, alla scrittura e alla psicologia. Il dolore per la perdita della sua famiglia adottiva portò Lorenza a scrivere il libro “il Cielo Cade” in cui ricorda la sua infanzia con gli Einstein (L. Mazzetti, premio per la letteratura, Viareggio 1962).

Paola e Lorenza vivono insieme a Roma. All’età di novantadue anni continuano a dipingere e scrivere.

Le foto sono state scattate durante alcune passeggiate nelle tenute di Montemalbe e del Focardo, in quei luoghi dove, dopo l’uccisione dei loro parenti, le gemelle non erano mai più tornate